Confini Disumani, ispirato a Solo Andata di Erri De Luca, è una preghiera fisica, una denuncia, un ritratto crudo e spoglio della nostra società.
È un richiamo civico, una riflessione struggente sulla perdita del senso di appartenenza.
L’opera ritrae un gruppo di migranti privi di identità, alle prese con la paura, la perdita e la forza accecante dell’ego, mentre affrontano costantemente il pericolo.
Amplifica il viaggio straziante di corpi slegati da qualsiasi senso di casa, intrecciando una narrazione che si dispiega come un’odissea contemporanea.
Nessuna finzione.
Questo accade ancora oggi.
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