Inaugurazione venerdì 4 luglio, ore 19.30 – La Versiliana, Marina di Pietrasanta
Una delle artiste italiane più acclamate nel mondo, nota per le sue sculture luminose di proporzioni monumentali, concepite come palcoscenici per la comunità: Marinella Senatore esporrà per la prima volta alla Versiliana affiancata da una generazione di talenti emergenti.
Così si presenta “Io Contengo Moltitudini”, la grande mostra d’arte contemporanea, che - allestita per tutta l’estate - trasformerà La Versiliana in un crocevia vibrante di linguaggi, visioni e possibilità.
Un progetto espositivo di respiro internazionale, che punta a riportare l’arte contemporanea come protagonista dichiarata del Festival; un progetto ambizioso e corale, promosso dalla Fondazione Versiliana, sotto l’egida del Comune di Pietrasanta, e coordinato da Umberta Gnutti Beretta, da sempre promotrice di progetti culturali di alto profilo, filantropa, appassionata di arte e da quest’anno responsabile della sezione arte contemporanea del festival, fortemente voluta in questo ruolo dalla presidente Paola Rovellini.
“Con Umberta – dichiara Paola Rovellini - abbiamo tracciato una nuova traiettoria per il Festival della Versiliana: l’arte contemporanea entra finalmente come elemento stabile e identitario.
Non è un’aggiunta, ma un nuovo cuore pulsante, capace di dialogare con la musica, il teatro, la parola. La presenza di un’artista così influente come Marinella Senatore arricchisce poi il panorama artistico di Pietrasanta, ampliando anche le referenze per la candidatura della città a Capita dell’arte contemporanea 2027”
“Il nostro obiettivo – aggiunge Umberta Gnutti Beretta - è che l’arte contemporanea diventi familiare anche a chi la conosce poco. Che entri nelle giornate estive in modo naturale, sorprendente, stimolando domande, emozioni, curiosità. E che coinvolga tutti, anche i più piccoli.
Il titolo della mostra – “Io Contengo Moltitudini” – è tratto da una celebre frase di Walt Whitman, che Marinella Senatore usa spesso per evocare la pluralità di identità che ogni essere umano porta con sé. È un inno alla complessità, ma anche alla condivisione”
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