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Seravezza è un piccolo gioiello incastonato tra le maestose Alpi Apuane e la splendida costa della Versilia, un luogo in cui storia, natura e tradizioni si intrecciano da millenni.
Questa cittadina toscana ha vissuto il passaggio di popoli antichi, dominazioni medievali e un'importante evoluzione economica grazie all’estrazione del pregiato marmo locale, contribuendo a renderla unica nel suo genere.
Il territorio di Seravezza è un mosaico di paesaggi diversi: dalla pianura, dove sorgono i centri di Pozzi, Querceta e Ripa, fino alle valli attraversate dai borghi di Corvaia, Malbacco, Riomagno e Ruosina, per poi salire verso le montagne, con le caratteristiche frazioni di Azzano, Basati, Cerreta Sant’Antonio, Cerreta San Nicola, Fabbiano, Giustagnana e Minazzana.
A segnare il paesaggio ci sono i fiumi Serra e Vezza, che si uniscono proprio nei pressi del centro storico per formare il fiume Versilia.
Curiosamente, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il nome Seravezza non deriva da questi due corsi d'acqua, ma è proprio il contrario: sono i fiumi a prendere il nome dalla città.
L’origine del toponimo risale al latino Sala Letitia, termine che compare in alcuni documenti storici in riferimento a un importante centro di scambi commerciali della zona.
Le prime tracce di insediamenti umani nel territorio di Seravezza risalgono all'epoca preistorica, come testimoniano reperti archeologici rinvenuti nella zona.
Successivamente, l'area fu abitata dai Liguri Apuani, una popolazione indigena che occupava le regioni montuose tra la Liguria e la Toscana. Questi popoli, noti per la loro resistenza contro l'espansione romana, sfruttavano le risorse naturali del territorio, tra cui il legname e le pietre locali.
Con la conquista romana del II secolo a.C., il territorio di Seravezza fu integrato nell'Impero Romano.
I Romani apprezzarono le risorse minerarie della zona (ferro, piombo, argento), in particolare il marmo, e svilupparono le prime cave per l'estrazione di questo pregiato materiale. Il marmo delle Alpi Apuane divenne celebre e fu utilizzato in numerose opere architettoniche e scultoree dell'epoca.
A questo periodo rimangono le prime bonifiche territoriali, l’ottimizzazione della viabilità e lo sviluppo dell’agricoltura.
Dopo la caduta dell'Impero Romano, Seravezza attraversò un periodo di instabilità caratterizzato dalle invasioni barbariche e dalla frammentazione politica.
Nel Medioevo, la zona fu contesa tra diverse potenze locali, tra cui i Longobardi e, successivamente, i Franchi.
In questo periodo la storia di Seravezza è caratterizzata dalle vicende dei nobili di Corvaia e Vallecchia, i Toparchi, e dalle persecuzioni attuate contro di essi dal Comune di Lucca.
Al 1515 risale il primo atto autentico del Comune di Seravezza: è, questo, l’anno in cui la città offre a Firenze il Monte Ceragiola e l’Altissimo: “… in quibus dicitur esse cava et minera pro marmoribus cavandis”.
La dipendenza dallo Stato Fiorentino ha conseguenze positive per Seravezza, che viene eletta sede della residenza estiva della famiglia de’ Medici.
Non solo: accanto alle numerose fabbriche di ferro o “magone” che lavorano le vene di minerali presenti in gran quantità, inizia lo sfruttamento intensivo delle cave di marmo che divengono meta di famosi scultori alla ricerca del prezioso statuario.
Nel 1518 lo stesso Michelangelo Buonarroti viene a Seravezza per scegliere il marmo da utilizzare per la realizzazione delle statue commissionategli da Papa Leone X. A questo periodo risale anche la strada che dalle cave conduce in marina, conosciuta ancora oggi come la Via di Michelangelo.
In questo periodo, furono migliorate le infrastrutture per il trasporto del marmo dalle montagne alle zone di lavorazione e ai porti, facilitando il commercio e aumentando la prosperità economica della regione.
Nel XVII e XVIII secolo, Seravezza continuò a prosperare grazie all'industria del marmo.
La cittadina mantenne la sua importanza strategica e commerciale, nonostante le turbolenze politiche che caratterizzarono l'Italia in quei secoli.
Con l'annessione al Granducato di Toscana nel 1847, Seravezza beneficiò delle riforme amministrative e delle migliorie infrastrutturali promosse dai Lorena.
Il XX secolo portò con sé nuove sfide e opportunità per Seravezza.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la zona fu teatro di eventi bellici legati alla Linea Gotica, con conseguenti danni e sofferenze per la popolazione locale.
Al comune di Seravezza è stata conferita in data 21 aprile 2011, da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la Medaglia d'Argento al Valor Civile con la seguente motivazione: "Durante il secondo conflitto mondiale, il piccolo centro a ridosso della linea "Gotica" subì continui rastrellamenti, bombardamenti e atroci rappresaglie che causarono numerose vittime civili e distruzione di edifici pubblici e privati. La popolazione, pur colpita da spietati eccidi, seppe affrontare con generosa solidarietà e coraggio gli eventi bellici, dando esempio di spirito di sacrificio ed amor Patrio. 1943-1945 Seravezza (LU)"
Nel dopoguerra, Seravezza avviò un processo di ricostruzione e modernizzazione, consolidando la sua reputazione nel settore del marmo e sviluppando parallelamente il turismo culturale e naturalistico.
Seravezza è un luogo dove la storia si intreccia con l’arte e le tradizioni locali, e il suo patrimonio architettonico ne è una straordinaria testimonianza.
Uno degli edifici più significativi è senza dubbio il Palazzo Mediceo, costruito tra il 1561 e il 1565 per volere di Cosimo I de' Medici su progetto di Bartolomeo Ammannati.
Questo splendido palazzo, dichiarato Patrimonio dell'Umanità UNESCO nel 2013, è un esempio di villa fortificata, caratterizzata da linee sobrie e un impianto solido, tipico delle residenze di campagna della famiglia Medici.
La facciata, su due livelli, è affiancata da due corpi laterali leggermente sporgenti, mentre al centro del cortile si trova un pozzo ricavato da un unico blocco di marmo bianco.
Secondo una leggenda locale, il pesce scolpito sulla sua sommità rappresenta una trota di grandi dimensioni pescata dalla granduchessa Maria Cristina di Lorena nel torrente Vezza.
Accanto al palazzo si trovano le ex scuderie, che nel tempo hanno avuto diverse destinazioni d’uso: inizialmente magazzini per il ferro, poi nel XIX secolo trasformati nel Teatro dei Costanti, oggi sede di un piccolo teatro e di uno spazio espositivo.
Poco distante sorge anche una piccola cappella del 1609, voluta dalla granduchessa Maria Cristina di Lorena. Oggi l'edificio, sconsacrato, ospita nei mesi estivi un piccolo bar.
Sul lato opposto, affacciato sul fiume, si trova un grande magazzino costruito nel 1847 dall'imprenditore Guglielmo Walton e utilizzato per la lavorazione del ferro e del marmo.
Dopo una serie di passaggi di proprietà (Dalgas, Robson, Pellerano), l'edificio ha chiuso definitivamente in seguito all’alluvione del 1996. Acquistato nel 1999 dalla società ARTO, oggi ospita la Fondazione ARKAD, un centro per la scultura contemporanea e la diffusione culturale.
Con l’unità d’Italia, il Palazzo Mediceo divenne la sede del Municipio fino al 1967.
Oggi, è un importante polo culturale: dal 1982 ospita esposizioni d’arte moderna e contemporanea, mentre al piano terra si trovano la Biblioteca Comunale "Sirio Giannini" e l’Archivio Storico Comunale.
Ai piani superiori, dal 1996, si può visitare il Museo del Lavoro e delle Tradizioni Popolari della Versilia Storica, con oltre 2000 reperti legati alle antiche attività del territorio.
Nelle cantine del palazzo si trova la Sala dei Coppi, con grandi vasche di marmo utilizzate un tempo per conservare grano e olio.
Qui sono stati ritrovati nel 2002 i resti ossei di un uomo vissuto tra il 790 e il 1000 d.C. Secondo gli studi, si trattava probabilmente di un pellegrino di passaggio sulla vicina Via Francigena, che venne sepolto proprio in questo luogo.
Altri luoghi di interesse includono la Pieve di San Martino, una chiesa romanica risalente al IX secolo, e il Duomo dei Santi Lorenzo e Barbara, edificato nel XVI secolo e caratterizzato da una facciata in marmo bianco.
Il Duomo dei Santi Lorenzo e Barbara, edificato nel 1422 sulle rovine di un antico tempio, venne ampliato nel XVI secolo e poi modificato profondamente nell’Ottocento.
L’interno, a tre navate, è impreziosito dall’uso esteso del marmo, visibile negli altari, nei sontuosi confessionali e nelle cappelle laterali.
Nella Cappella del Soccorso si trova una Madonna del Soccorso di grande pregio, racchiusa in un’elegante cornice dorata.
Tra le opere di maggiore rilievo spicca il Fonte Battesimale, attribuito a Stagio Stagi, decorato con raffinati bassorilievi in marmo. Nella chiesa si conserva anche la cosiddetta Croce d’oro del Pollaiolo, una croce astile capitolare attribuita all’orafo Francesco Marti nel XV secolo.
L’altare maggiore, originariamente realizzato nel 1570, venne rinnovato nel 1683 da Jacopo Berti, mentre il pulpito si distingue per la preziosa tecnica dell’intarsio marmoreo.
Un altro edificio di grande valore storico è l’Oratorio della Santissima Annunziata, situato all’interno della Chiesa della Misericordia, un’istituzione fondata nel 1589 per offrire assistenza e soccorso ai bisognosi.
Qui sono custodite opere di notevole pregio artistico, come la tela "Le Marie al Sepolcro" di Pietro da Cortona e un bassorilievo di Donato Benti raffigurante la Vergine con il Bambino.
Sul loggiato esterno, una lapide ricorda il soggiorno di Michelangelo a Seravezza, quando, su ordine di Papa Leone X, dovette aprire le cave del Monte Altissimo e, per tre anni, lavorò duramente per renderle operative, affrontando le asperità del luogo e l’inesperienza degli operai locali.
A pochi chilometri dal centro si trova la Pieve di San Martino a La Cappella, un’antica chiesa romanica situata in una posizione panoramica straordinaria.
Interamente costruita in marmo, si ritiene che risalga all’anno Mille e che sia stata ampliata nel XIII secolo.
Tra il 1518 e il 1536, la chiesa fu arricchita da un porticato ionico e da un rosone, noto come "Occhio di Michelangelo", attribuito al celebre artista fiorentino.
All'interno si possono ammirare un suggestivo bassorilievo incastonato nel pavimento, un’acquasantiera decorata con figure simboliche delle età della vita e un raffinato tempietto-tabernacolo.
Ma Seravezza non è solo architettura ma anche una terra di profonde tradizioni popolari.
Dal 1956, la prima domenica di maggio, si svolge il celebre Palio dei Micci, una corsa di asini tra le contrade di Pozzo, Madonnina, Cervia, Quercia, Ranocchio, Leon D'Oro, Lucertola e Ponte.
Questo evento, oltre alla competizione vera e propria, è un’occasione per celebrare la cultura locale attraverso sfilate storiche, musiche e spettacoli.
Un’altra manifestazione di grande fascino è la Processione del Gesù Morto, che si svolge ogni tre anni, il venerdì precedente la Pasqua.
Durante questa suggestiva cerimonia, il corteo sacro, composto da statue seicentesche, attraversa il paese illuminato solo dalla luce fioca delle candele, mentre i due fiumi che lo attraversano sono costellati da migliaia di lumi galleggianti che si riflettono sull’acqua, creando un’atmosfera mistica e toccante.
Il territorio di Seravezza è anche un luogo perfetto per chi ama la natura.
A primavera, le montagne circostanti si tingono di bianco grazie alla spettacolare fioritura delle giunchiglie, un evento che richiama visitatori e fotografi da tutta la regione.
In generale, tutti i piccoli paesi sopra la montagna, come Fabbiano, Giustagnana, Minazzana, Azzano, Basati e Corvaia, sono ideali per chi desidera fare una passeggiata immerso nella natura, godere della tranquillità e ammirare panorami sensazionali sulla Versilia e sulle Alpi Apuane.
Per gli appassionati di storia, il Monte Folgorito, che sovrasta il territorio di Seravezza e Stazzema, conserva i resti della Linea Gotica, il sistema difensivo costruito dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale per rallentare l’avanzata degli Alleati.
Qui si possono ancora osservare trincee, postazioni e fortificazioni, immerse in un paesaggio straordinario. Oltre al valore storico, il monte offre un panorama unico sulla costa versiliese e sulle Alpi Apuane, rendendo la visita un’esperienza suggestiva tra natura e memoria.
Nei mesi estivi, una delle mete più amate è Malbacco, una località immersa nel verde dove il fiume forma piscine naturali e cascate, perfette per un bagno rinfrescante nelle acque cristalline.
Le pozze si susseguono lungo tutto il percorso, offrendo numerosi punti in cui fermarsi per rilassarsi e godere della natura. Tra tutte, la più famosa è la Pozza della Madonna, caratterizzata da un suggestivo scivolo naturale scavato nella roccia.
Per raggiungere le pozze di Malbacco dal centro di Seravezza, bisogna percorrere via Monte Altissimo e oltrepassare il paese di Riomagno.
In estate, la strada diventa ZTL, quindi è obbligatorio lasciare l’auto nei pressi di Malbacco e proseguire a piedi. In alternativa, è possibile usufruire del servizio navetta gratuito.
Per preservare la bellezza di questo luogo è fondamentale avere rispetto della natura e degli altri visitatori: porta con te un sacchetto per raccogliere i rifiuti e non lasciare tracce del tuo passaggio.
Malbacco è un piccolo paradiso naturale, ed è importante che tutti contribuiscano a mantenerlo pulito e accogliente per chi verrà dopo.
Vista la grande affluenza, si consiglia di visitarlo durante la settimana, evitando il weekend, per godere appieno della tranquillità e della magia del posto.
Altre frazioni in pianura di Seravezza in cui vale la pena fare una visita sono Querceta e Ripa.
Querceta è la frazione più popolosa di Seravezza e rappresenta un importante centro commerciale e artigianale della Versilia.
Il suo cuore è la Piazza Pertini, animata da negozi, bar e attività locali, mentre la Chiesa di Santa Maria Lauretana, con il suo elegante campanile, è un punto di riferimento per la comunità. La frazione è anche nota per la lavorazione del marmo, con numerose aziende legate a questa storica tradizione.
Ripa, situata poco distante, conserva un’atmosfera più tranquilla e rurale, caratterizzata da uliveti e piccoli borghi immersi nel verde. Una passeggiata lungo il fiume Versilia permette di scoprire scorci suggestivi e di rilassarsi.
Seravezza è un luogo che sa stupire e affascinare, grazie alla sua ricca storia, ai suoi tesori artistici e alle sue tradizioni secolari.
Passeggiando tra le sue strade, visitando i suoi monumenti e immergendosi nelle sue atmosfere autentiche, si ha l’impressione di compiere un viaggio nel tempo, scoprendo un angolo di Toscana dove il passato convive armoniosamente con il presente.
Il "Ratto della Trota" di Seravezza è un curioso episodio legato alla storia locale e alla figura di Maria Cristina di Lorena, granduchessa di Toscana.
La storia ha inizio nel 1603, quando la nobildonna, durante una battuta di pesca nei pressi di Ruosina, catturò una trota di ben 13 libbre (circa 5,5 kg), un’impresa che fu celebrata con l’erezione di un piccolo monumento sull'argine del fiume Vezza.
Il cippo, che riporta lo stemma dei Medici e dei Lorena, riporta l'iscrizione "La Serenissima Christina Lothorga, granduchessa, prese sotto a questo massa una trota di 13 libbre, l’anno 1603."
Nel corso degli anni, le piccole sculture in marmo che commemorano questo evento sono state oggetto di atti vandalici.
La scultura che originariamente si trovava a Ruosina fu rubata più volte, mentre quella posta su un pozzo del Palazzo Mediceo di Seravezza scomparve negli anni '50.
A questo punto, entrò in scena un episodio che sarebbe divenuto noto come il "Ratto della Trota".
Alcuni giovani di Querceta, probabilmente mossi da spirito di campanilismo e affezione per il proprio territorio, organizzarono il furto della scultura dal Palazzo Mediceo.
I seravezzini, non volendo rimanere con le mani in mano, si organizzarono per una "vendetta" che divenne parte della storia locale.
Due uomini si presentarono alla chiesa di Querceta, spacciandosi per impiegati delle Belle Arti, e riuscirono a procurarsi una copia delle chiavi. Dopo qualche giorno, furono rubati i batacchi delle campane della chiesa, un atto che, nella simbologia popolare, venne considerato la risposta a un affronto subito.
Il campanilismo, tuttavia, trovò una fine amichevole quando la refurtiva fu restituita e la scultura della trota venne riposizionata sul pozzo del Palazzo Mediceo di Seravezza.
Questo episodio, che mescola elementi di scherzo, rivalità e affetto per il proprio territorio, è ancora ricordato come il "Ratto della Trota" e rimane uno degli aneddoti più curiosi e divertenti legati alla storia di Seravezza.
Gambrinus
L'edificio, ancora conosciuto come "Gambrinus", ha una lunga e significativa storia che lo lega alla vita culturale e sociale della Versilia Storica.
Inaugurato nel 1912 con il nome di Gambrinus Halle, fu sede del celebre Salon Varieté e divenne ben presto un punto di riferimento per le famiglie borghesi e mondane dei primi del Novecento, quando Seravezza era soprannominata la "Piccola Parigi".
Nel corso degli anni, il Gambrinus ha ospitato diverse attività: dalla pista di pattinaggio al teatro, dalla sala cinematografica (Cinema Edison) a centro di aggregazione per associazioni e comitati cittadini nel secondo dopoguerra.
L'edificio ha anche ospitato la biblioteca Sirio Giannini e, dagli anni Cinquanta, la sede della Pro Loco Seravezza, che ha creato, insieme all’Ente di Promozione Turistica (E.P.T.), un Ufficio Informazioni Turistiche che ancora oggi è attivo nell'organizzazione di eventi e nella promozione turistica della Versilia e dell'intera provincia.
Attualmente, il Gambrinus ospita anche gli uffici amministrativi del Parco Regionale delle Alpi Apuane.
Nel giardino antistante si trova un monumento bronzeo dedicato a Vasco Zappelli, realizzato dallo scultore Ulderigo Becchini nel 1972.
Vasco Zappelli (1922-1971), sindacalista e segretario della FILLEA-CGIL, fu ucciso mentre cercava di sventare una rapina presso l’Istituto di Credito di Seravezza.
Ogni anno, il 1° maggio, lavoratori, dirigenti e rappresentanti sindacali si ritrovano per rendere omaggio alla sua memoria. Per il suo gesto eroico, nel 1973 gli fu conferita la Medaglia d'Oro al Valore Civile.
Parco della Rimembranza
Inaugurato nel 1923, il Parco della Rimembranza fu realizzato in memoria dei soldati seravezzini caduti nella Prima Guerra Mondiale.
Molti degli uomini delle cave e della borghesia di Seravezza partirono per il fronte austriaco. Ogni albero piantato nel parco aveva una targa con il nome di un caduto. Alla sommità del parco si trova una colonna commemorativa.
Numerose iniziative sono organizzate all’interno del Parco della Rimembranza, soprattutto a livello scolastico.
Casa di Francesco Donati, detto Cecco Frate
Francesco Donati, sacerdote di grande cultura, insegnò matematica e filosofia presso l'istituto degli Scolopi 'S. Giovannino' di Firenze, dove fu maestro e guida spirituale di Giosuè Carducci.
Il soprannome "Cecco Frate", attribuito a Donati dal Carducci, era dovuto al suo insegnamento di ispirazione classicista.
Seppur sepolto nella Cappella del Rosario del Duomo di Santi Lorenzo e Barbara, una lapide commemorativa è affissa presso la chiesa della Santissima Annunziata a Seravezza.
La strada che porta alla sua casa, Via Donati, si trova nella borgata di Seravezza chiamata 'Torcicoda'.
Palazzo Campana
Costruito alla fine del Cinquecento su un antico camposanto, il Palazzo Campana apparteneva alla nobile famiglia Campana.
Ranieri Campana (1713-1792) destinò parte dell'edificio a un 'luogo pio laicale', per accogliere i poveri della zona.
Successivamente, il suo successore Francesco Campana (1726-1802) fondò un ospedale nell'edificio nel 1831.
Ristrutturato nel tempo, oggi il palazzo presenta un orologio a cilindro con tre campane e lo stemma della famiglia.
Palazzo Rossetti
Questo palazzo, che acquisì le caratteristiche attuali nella seconda metà del XVIII secolo, presenta una facciata arricchita da cornici in marmo e un salone con affreschi decorati. Il giardino retrostante è disposto a terrazze e nicchie.
Nel 1876, al piano terra, fu inaugurata la farmacia La Fenice, tuttora attiva. Dal 1997, una parte dell'edificio è di proprietà del Comune.
Casa di Giosuè Carducci
La casa di Giosuè Carducci a Seravezza fu la sua residenza temporanea nel 1835-1836, periodo in cui il padre era medico per la compagnia mineraria della zona.
Carducci, uno dei più importanti poeti italiani dell'Ottocento, è noto per il suo ritorno alla poesia di stile classico.
L'Apuano
Questo monumento, dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale, rappresenta un combattente che lancia una pietra, simbolo della ribellione eroica dei soldati apuani contro il nemico Austro-Tedesco.
Sulle quattro facce della base sono raffigurati bassorilievi che simboleggiano la lotta e il sacrificio della guerra (l'avanzata, la morte, la madre e la sposa).
Fontana dei Puttini
Collocata nel punto di confluenza tra il torrente Serra e il fiume Vezza, la fontana è costruita in marmo bianco e bardiglio del Monte Costa.
Presenta tre sculture di puttini che cavalcano un pesce e un vaso ornamentale con una targa che ricorda il committente, l’autore dell’opera e la data di costruzione.
Palazzo Santini
Edificato nei primi del XVII secolo, il palazzo fu voluto dalla famiglia Campana e presenta elementi architettonici simili a quelli di Palazzo Rossetti.
Dopo il 1918, fu ceduto al notaio Santini e ora è una residenza privata, seppur visitabile per alcuni eventi.
Il Puntone ed il Busto di Enrico Pea
Il Puntone segna il punto d’incontro tra il torrente Serra e il fiume Vezza, da cui nasce il fiume Versilia. Presso il Puntone si trova il busto in marmo di Enrico Pea, scrittore e poeta originario di Seravezza, a cui è stata dedicata una scultura nel 1995.
Villa Bernard Sancholle Henraux
Costruita nel 1897, questa villa in stile liberty fu la residenza di Bernard Sancholle Henraux. Dopo essere stata danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale, la villa è stata restaurata e oggi ospita una residenza per ferie gestita dalle religiose delle Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore.
Fontana Michelangelo Buonarroti
La fontana, situata all'ingresso del paese, ricorda la via dei marmi progettata da Michelangelo Buonarroti. Donata nel 2000, presenta un bassorilievo in marmo che raffigura il trasporto dei marmi dal Monte Altissimo, utilizzato da Michelangelo per la facciata del Duomo di San Lorenzo.
Monumento con il corpo e l'anima
Questa scultura in marmo, realizzata da Giovanni Balderi, simboleggia l'armonia tra il corpo e l'anima, la materia e lo spirito. Situata all'ingresso di Seravezza, il monumento dà il benvenuto nella "città del marmo".
Il clima di Seravezza è di tipo temperato mediterraneo, ma risente anche dell’influenza delle vicine Alpi Apuane.
Gli inverni sono generalmente miti e piovosi, con temperature che possono scendere sotto lo zero. La neve è un evento poco frequente nel centro abitato, ma più comune nei paesi montani.
Le estati sono calde e umide, sebbene le correnti d’aria provenienti dalle montagne contribuiscano a mitigare l’afa, rendendo il clima più sopportabile rispetto alla costa.
La primavera e l’autunno sono stagioni caratterizzate da temperature piacevoli e da una maggiore frequenza di precipitazioni, specialmente in autunno, che risulta il periodo più piovoso dell’anno.
La posizione geografica di Seravezza, tra il mare e le montagne, favorisce l’accumulo di umidità e le piogge abbondanti, che possono manifestarsi con intensità soprattutto nei mesi più freddi.
Per conoscere le previsioni aggiornate del meteo a Seravezza nei prossimi sette giorni, consulta questa pagina.
Generalmente, il clima varia tra giornate soleggiate e occasionali precipitazioni, soprattutto nei mesi più piovosi.
Se hai in programma una visita, è sempre consigliabile controllare il meteo in tempo reale per organizzare al meglio le attività all'aperto.
SERAVEZZA MeteoSeravezza è facilmente raggiungibile sia in auto che con i mezzi pubblici.
In auto
Per chi arriva in auto, l'uscita autostradale più vicina è Versilia sull’autostrada A12. Da qui, basta seguire le indicazioni per Seravezza, situata a pochi chilometri nell’entroterra.
In treno
Se si viaggia in treno, la stazione ferroviaria più vicina è quella di Querceta-Forte dei Marmi-Seravezza, sulla linea Pisa-La Spezia. Dalla stazione è possibile proseguire in autobus o taxi fino al centro di Seravezza.
In aereo
Chi preferisce viaggiare in aereo può atterrare all’aeroporto internazionale di Pisa (Galileo Galilei), situato a circa 40 km di distanza.
Da qui, è possibile noleggiare un’auto o utilizzare i collegamenti ferroviari e autobus per raggiungere Seravezza.
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