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Fino al 30 settembre 2025
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Palazzo Mediceo, seravezza, Seravezza
“Sono le caratteristiche del contesto geografico, urbano e sociale ad aver suggerito la collocazione temporanea dell'opera di Benedetti, che dialoga con il volume del Palazzo Mediceo di Seravezza e al contempo si affianca al sentiero di accesso al recuperato spazio spettacoli di cava Barghetti” – commenta Davide Monaco, direttore generale della Fondazione Terre Medicee – “per il quale la Fondazione ha lavorato d'intesa con l'amministrazione comunale per ripristinare uno spazio tanto suggestivo.
The rediscovery of beauty, la riscoperta della bellezza: mai titolo fu più appropriato, per un'opera a misura d'uomo che inviti ad avvicinarsi, a fermarsi, a guardarsi attorno ed assaporare l'unicità di ciò che ci circonda.
“Occasioni come questa mi permettono di dialogare con il pubblico e mostrare i frutti delle riflessioni che mi hanno portato a scegliere di lavorare su blocchi di scarto, ispirato da ciò che fece Michelangelo quando riuscì a realizzare il David da un marmo abbandonato, ritenuto non idoneo allo scopo. É dunque il genio fiorentino -di cui quest'anno si festeggiano i 550 anni dalla nascita- ad essere ancora punto di riferimento per chi oggi come allora immagina di unire la pittura alla scultura” , racconta Federico Benedetti.
“Oggi esporre fisicamente un lavoro in un luogo pubblico non vuole e non deve essere essere un modo per mettere in primo piano gli artisti e il loro talento bensì deve essere occasione per il visitatore per capire sé stesso ed il mondo: è forse questo lo scopo ultimo dell'arte contemporanea.”
Il lavoro di Benedetti è una sorta di visione onirica che, con i suoi contorni sfocati, è la versione immaginata di ciò che il materiale suggerisce all'artista attraverso l'unicità e l'irripetibilità della sua forma e della sua trama. Un''opera che vuole dialogare con il luogo che la ospita, quindi con l'architettura, con il paesaggio, con la cultura e soprattutto con i fruitori dell'area medicea.
Federico Benedetti (Pietrasanta, 1972)
Inizio con gli stencil e con i graffiti, quando nessuno ci chiamava street artist. Volevo lasciare un segno, questo mi è stato chiaro da subito. Nel 1993 ho trovato il modo di fare ciò che avevo in mente, utilizzando strumenti diversi dai pennelli: è attraverso il tatuaggio che mi sono potuto esprimere, che ho potuto mandare in giro per il mondo i miei disegni.
Nel 2020 mi rendo conto che dipingo su tela da trent'anni e non ho mai tenuto una mostra, che è giunto il momento di mostrare i frutti della mia ricerca.
Personali e progetti speciali:
Cortona in arte, Chiesa di Sant'Agostino, Cortona (AR), 2023
Art project by Dipartimento Arti Visive di Soresina, Cremona, 2023
Walk, Opera pubblica site specific, Comune di Montignoso (MS), 2021
Nostos, Casa Museo Antonio Ligabue, Gualtieri (RE), 2020
Italian Atypical Products, Centro culturale L. Russo, Pietrasanta (LU), 2020
Open your eyes, Opera pubblica site specific, Comune di Piazza al Serchio (LU), 2019
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